Cappella
Cappella della Crocifissione
Roberto d’Oderisio e anonimo pittore meridionale
XIV secolo; XVII secolo
Affreschi e stucchi
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È ignoto l’anno di fondazione di questa cappella, che è la più ampia del chiostro, tuttavia risulta appartenere, alla fine del XV secolo, a Lisolo Flajboli.
Costituita da due campate, una delle quali è stata sacrificata per costruire la scala che conduce all’Episcopio.
L’ingresso è caratterizzato da due archi ribassati, scaricanti sulla colonnina centrale, rivestiti da dipinti seicenteschi con angeli e teschi, a testimoniare la funzione sepolcrale del luogo. Una decorazione del medesimo periodo ricopre parzialmente l’interno: figurano, sulla voltina a crociera, angeli che recano attributi mariani e, sull’imposta di una nicchia, san Giuseppe e un angelo Annunciante.
È evidente che questi dipinti hanno, per buona parte, ricoperto raffigurazioni più antiche che emergono dal sottostante livello di intonaco di cui è visibile solo l’angelo Annunciante della parete frontale, riferibile al XIV secolo e a cui sicuramente si contrapponeva una Vergine Annunciata, oggi nascosta dalla muratura.
La cappella prende il nome dall’affresco raffigurante la Crocifissione che ricopre interamente la parete ogivale di sinistra. L’opera è stata attribuita concordemente a Roberto d’Oderisio, artista formato nell’ambiente giottesco napoletano e nominato dal re di Napoli, Carlo III di Durazzo, proto-pittore di corte nel 1382 a coronamento della lunga e luminosa carriera.
La Crocifissione, affollata dalla moltitudine dei personaggi incappucciati, da soldati a cavallo e dai dolenti, è caratterizzata anche dalla presenza dei due ladroni crocifissi. Essa è collegata ai primi anni di attività del maestro, il che giustificherebbe le incertezze esecutive nell’impaginazione spaziale.