Paliotto d’altare

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Paliotto d’altare
pellegrino sulla tomba di sant’Andrea che mostra il miracolo della Manna e due episodi del martirio di sant’Andrea
Stemmi del vescovo Miccù (comparti laterali)

Lorenzo Cavaliere
1713
argento inciso e sbalzato
dall’altare della cripta

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Nel 1711 l’argentiere di corte di Carlo di Borbone, Lorenzo Cavaliere, ricevette da mons. Bologna l’incarico di eseguire un paliotto per l’altare della cripta del duomo di Amalfi.
Il paliotto già nel 1726 subì un primo rimaneggiamento, allorquando vi furono aggiunte le testine d’angelo recanti il bollo consolare di Sebastiano Avitabile e la sigla dell’argentiere. Nel 1826 fu rimosso dalla cripta per ornare l’altare maggiore del duomo. L’aggiunta dei pannelli esterni con le insegne del vescovo Miccù, operata dall’argentiere Luigi Forte, si rese necessaria per aumentarne le dimensioni ed adattarlo alla nuova collocazione.
Le scene sono ambientate all’interno di un’architettura a bassorilievo che sinteticamente raffigura la cripta: nel comparto centrale è rappresentato l’altare, dove un tempo (prima del furto) figuravano a rilievo sant’Andrea e due pellegrini in preghiera. Nei comparti mediani sono ancora presenti le scene del martirio del santo: la Flagellazione e la Crocifissione. Le eleganti figure di angeli, in funzione di telamoni, che erano presenti sulle lesene di suddivisione dei riquadri, sono state a loro volta rubate.
I ricercati effetti architettonici, l’esuberanza delle forme e lo sfoggio decorativo ne fanno una tra le più significative opere dell’oreficeria barocca napoletana.

 

paliotto museo amalfi