Falca
Corteo marino
XVI secolo
legno intagliato
donazione della famiglia Proto, Amalfi
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Secondo il racconto tradizionale, nella notte tra il 26-27 giugno 1544, la flotta saracena comandata da Khair-Ad-Din, detto anche Ariadeno Barbarossa, si presentò innanzi alla costa di Amalfi per assaltare la città. La popolazione invocò la protezione di sant’Andrea e di san Matteo, protettori di Amalfi e Salerno. Un’improvvisa tempesta fece naufragare le navi, scongiurando così il pericolo di un disastroso saccheggio.
La scena è riprodotta nel dipinto di Ottavio Deliani della fine del secolo XVII, collocato al di sopra della porta d’ingresso della navata destra del duomo. Il frammento ligneo, appartenente ad una delle galee nemiche, pare che a seguito dell’evento sia stato ritrovato sulla spiaggia di Amalfi.
Nella falca – tavoletta sovrapposta al capo di banda di piccole navi – è esplicito il riferimento al mito di Galatea, che però non compare. Il corteo marino è costituito prevalentemente da ippocampi e tritoni, e, nel gioco delle code che si attorcigliano, figura Anfitrite che stabilisce una concatenazione tra i personaggi e le onde.
L’opera a bassorilievo dall’evidente classicismo presente nella narrazione può essere riferita a un maestro d’ascia operante in uno dei cantieri navali genovesi che detenevano, a metà del Cinquecento, il primato nel settore della navigazione.