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Cripta

 
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È il cuore di Amalfi, perché qui si conservano le reliquie del corpo di sant’Andrea, il primo discepolo di Gesù.
L’apostolo, che aveva evangelizzato la Grecia fino a spingersi nell’odierna Russia, fu crocifisso a Patrasso. Da lì il suo corpo fu trasportato prima a Costantinopoli e poi ad Amalfi ad opera del Cardinale Pietro Capuano, legato pontificio durante la IV Crociata. Le reliquie giunsero l’otto maggio del 1208, accolte dal popolo in festa e furono nascoste nella cripta, fatta costruire dallo stesso cardinale, in uno stile molto diverso dall’attuale. Il dipinto seicentesco presente nella lunetta, in prossimità della scala che conduce alla cattedrale, documenta l’evento ed il primo miracolo del santo operato ad Amalfi.
Sotto l’altare è posta un’ampolla di cristallo dove, alla vigilia della festa del santo o anche in altre occasioni, si raccoglie laa“Manna”, un liquido denso che trasuda dal sepolcro dell’apostolo, evento che si manifestava già a Patrasso e a Costantinopoli e che ad Amalfi si ripete da oltre 750 anni. Per gli amalfitani è un “segno” che suscita sempre sentimenti di intensa spiritualità.
La parte occipitale del Capo è attualmente custodita nella cappella della Riconciliazione, nell’abside destra del duomo, per essere mostrata alla venerazione dei fedeli.
La cripta si presenta oggi nella forma tardo-manierista conferitale nei primi decenni del ‘600 per volontà di Filippo III, re di Spagna. Possiamo ammirare la volta affrescata, con scene della Passione di Cristo incastonate fra ricche ed eleganti decorazioni a stucco dorato, opera dell’ artista di Scala, Vincenzo de Pino, comprimario del più noto Belisario Corenzio. Il nuovo allestimento, che sostituì quello duecentesco, fu progettato dall’architetto di corte Domenico Fontana. L’altare centrale mostra la grande scultura in bronzo, raffigurante l’Apostolo Andrea opera di Michelangelo Naccherino. Accanto figurano le statue marmoree con i santi Stefano e Lorenzo, i protodiaconi della chiesa d’Occidente e di Oriente, nate dallo scalpello di Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo. Alle spalle dell’altare sono dipinte su marmo due grandi immagini di san Giovanni Battista e sant’Andrea risalenti al XVII secolo.

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